Regia: Jim Jarmusch. Interpreti: Adam Driver, Golshifteh Farahani, Nellie

Paterson (Adam Driver) guida l’autobus e vive a Paterson, New Jersey, con la moglie Laura (Golshifteh Farahani) e il loro cane Marvin (Nellie).

PATERSON

Paterson è un abitudinario: ogni giorno fa colazione, va al lavoro, ritornato a casa cena con la moglie, porta fuori il cane e si fa la solita birra al solito pub. La vita scorre lenta e tranquilla nella routine della coppia, da cui trapelano amore e una felicità che non appaiono mai stucchevoli agli occhi dello spettatore.

Paterson ha un taccuino che custodisce con amore dove appunta poesie raccolte attraverso tutto ciò che lo circonda. Il poeta da cui trae ispirazione è William Carlos Williams, anch’egli di Paterson, e i versi che più ama di lui sono dedicati alle “prugne”.

È questo il nuovo film di Jim Jarmusch, il regista emblema del cinema indipendente americano che qui rende omaggio alla Poesia. La poesia dei dettagli e della vita quotidiana, fatta di piccole e spesso insignificanti variazioni.

Il regista racconta la normalità di cui è fatta la vita: gesti che ci accompagnano ogni giorno, che sembrano rassicuranti, ma nascondono una sottile inquietudine, l’inevitabile interrogazione interiore sul senso profondo dell’esistenza umana.

E così fa il protagonista, si ripiega sulla propria interiorità, trattiene tutti i suoi versi all’interno del taccuino perché desideri e pulsioni possano essere tenute sotto controllo. Nonostante ciò cova qualcosa, come il desiderio di una ricerca di sé e, costretto com’è nella sua routine, cerca di scrivere poesie che gli permettano di descrivere e capire la sua vita. Di dare un ordine alle cose.

Ma si sa che il mondo, e la vita stessa, ordinati non lo sono.

E allora ecco arrivare gli imprevisti. L’autobus che si rompe in servizio, la bambina che scrive poesie, o la catastrofe finale: il cane che distrugge il prezioso taccuino.

Curioso, ironico e non banale l’accostamento del nome del protagonista, che coincide con quello della città, come il nome dell’attore (Driver) con quello del suo mestiere nel film.

Altro protagonista del film è il bulldog Marvin (Nellie), la cagnolina, purtroppo scomparsa, che in concorso a Cannes ha vinto la Palm Dog, conquistando il cuore di molti spettatori, me inclusa, ed inevitabilmente rubando scene ai due protagonisti “umani”.

Il cane, osservatore delle invenzioni artistiche di Laura, sembra starsene ai margini della vita, su una poltrona, tra uno sbadiglio e un pisolino, ma in realtà crea reazioni ed è il punto di rottura della prevedibilità del protagonista: dalla cassetta della posta, che inclina volutamente per fare dispetto al padrone, all’azzeramento conclusivo (distruzione, appunto, del taccuino) che obbliga a voltare letteralmente pagina.

Ciononostante è con l’ultimo incontro, attraverso il regalo di un nuovo taccuino pieno di pagine bianche, che Paterson percepisce la sua rinascita.

Le poesie possono andare distrutte, la Poesia no.

Chiari riferimenti ai lavori dell’artista Jean Dubuffet sono riconoscibili nelle figure geometriche, e nel bianco e nero utilizzati da Laura per decorare la casa e i suoi cupcakes.

Omaggiato, nei versi scritti dal protagonista, il poeta Ron Padgett.

Omaggiati anche personaggi illustri nati e/o vissuti a Paterson, quali Lou Costello (Pinotto), Allen Ginsberg, Iggy Pop e l’anarchico italiano Gaetano Bresci.

Già regista degli splendidi Dead Man, Ghost Dog, Broken Flowers e Solo gli amanti sopravvivono, con questa emozionante pellicola Jim Jarmusch si conferma uno dei più meritevoli autori contemporanei.

Andate a vedere Paterson! Colmerà l’animo di coloro che cercano nel profondo il senso della propria vita.

Consigliatissimo.

Barbara Berardi

Voto: ****

Legenda

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