Dal 26 settembre al 15 ottobre, al Teatro Golden “Le Bisbetiche stremate” di Giulia Ricciardi. Regia di Michele La Ginestra.
Lo spettacolo è reduce dal grande successo al Teatro 7 tanto che in una domenica avevano fatto tre repliche per la grande richiesta del pubblico.
Tre attrici straordinarie che fanno gruppo da anni, amiche in scena e nella vita, si punzecchiano tra di loro e se ne dicono di tutti i colori ma sempre davanti e a volte ognuna di loro prende in giro anche se stessa. C’è alchimia, affetto, lo spettacolo è rodato e non si smette mai di ridere. Si ride anche su temi importanti come il razzismo, l’inseminazione, l’Isis. Tre comiche agguerrite che per tutto lo spettacolo ci fanno dimenticare i problemi e le ansie della vita quotidiana.
Dopo “Parzialmente stremate” e “Stremate dalla luna” è in scena “Le bisbetiche stremate” è una saga o cosa? Giulia Ricciardi: Era partita come una trilogia ma ormai è un’epopea e chissà quando finirà.
Riesce comunque a far divertire pur parlando di temi importanti come il razzismo ed altri, come ci si riesce? Non so se casualmente tocco temi importanti o se casualmente faccio divertire. Sicuramente una delle due cose accade casualmente. Beatrice Fazi “Diciamo che lei è una catalizzatrice, vive questi tempi, in realtà è una persona che non pretende di fare una morale, di dare delle risposte, imporre una propria idea, non è affatto ideologizzata. E’ capace anche di parlare di cose in cui le persone si scontrano fino ad uccidersi con le parole anche su FB per esempio, lei invece è capace di tirare fuori dalle cose, un’iperbole.
Di cui non ci si capisce niente. Si ride di tutti, sia di chi è pro che di chi è contro, si parla di temi come la maternità a tutti i costi, l’inseminazione artificiale, il razzismo, l’Isis e tutto il qualunquismo che ne deriva nel dare giudizi. Federica Cifola “Tutto questo deriva dal fatto che ci conosce a memoria, ci conosciamo da più di venti anni e quindi lei scrive per noi.
“E’ tutto freddo, , impersonale, non ci si parla più”, di chi è la colpa? Beatrice: in realtà questo rileva la tristezza dei tempi in cui viviamo. Si è persa la voce umana, pensiamo a quando cerchiamo di parlare con il nostro gestore telefonico o di spostare un volo c’è una serie di numeri da spingere ed alla fine o cade la linea oppure le informazioni vengono date da un risponditore automatico.
Come vedete l’universo della donna oggi? Federica Cifola “il discorso è complesso e cerchiamo di distrarci per non focalizzarci sulla situazione della donna oggi. Non c’è niente da fare, dobbiamo sempre alzare la voce per farci sentire. Se sei una donna sei comunque in minoranza. Giulia Ricciardi “E’ tremendo sentir parlare di Quote rosa che vorrei abolire. Federica “Una cosa che mi dà molto fastidio è che di questo spettacolo si dica “Una comicità al femminile, non si può dire comicità e basta? Come se fosse una cosa di dominio maschile, si ride e basta. Beatrice Fazi “La donna oggi, si è fatta carico anche di compiti che non sarebbero i suoi, abbiamo lottato tanto per la parità che alla fine ha annullato le differenze ma c’è una disparità maggiore. Noi abbiamo preso solo gli oneri di questa lotta che abbiamo fatto. Federica Cifola“ non solo non ti aprono lo sportello della macchina ma ti chiudono il dito dentro. Non solo non ti invitano a cena ma se ti invitano gliela devi pure pagare o dividere il conto”.
Amiche, nemiche o entrambe? Ci si vuole molto bene, sia in scena che nella vita. Le battute pungenti dello spettacolo sono pane quotidiano ma dette sempre davanti, siamo noi stesse a riconoscere i nostri pregi ed i nostri difetti.
IL Regista Michele La Ginestra come vi governa? Non ci governa, oramai anche lui ci conosce da tanti anni e questo lo aiuta molto. Beatrice “Abbiamo iniziato con Parzialmente stremate proprio al Teatro 7, per mia volontà. Sono andata da Michele e gli ho proposto lo spettacolo. Abbiamo tanto pubblico che ci segue.
Come nasce l’idea della prima rappresentazione? Giulia “Dovevo scrivere qualcosa per forza, Beatrice ha trovato il titolo. Convivo da vent’anni con il padre di mia figlia ed ho pensato che se mi avesse chiesto di sposarlo, non volevo. In Parzialmente stremate, dovevo sposarmi e mi chiudevo in bagno vestita da sposa. Loro erano le mie damigelle e c’era anche un’altra attrice. C’era anche la storia di Federica che era una mamma disperata che si addormentava mentre parlava perché aveva delle figlie piccole ed era stremata. Beatrice invece era una Escort e rispondeva in scena alle telefonate dei clienti. La quarta invece all’improvviso rivelava la sua vocazione di entrare in convento per farsi suora. In “Stremate dalla luna” si aggiunge il personaggio di Luna che in scena è la sorella di Federica che non riesce ad avere figli. Mentre la sorella sta per partorire il sesto figlio, ci piomba in casa e c’è un parto in diretta. Il forcipe era una pinza per l’insalata. Nell’ultimo siamo rimaste solo noi tre che eravamo poi quelle che abbiamo fatto il mio primo spettacolo “Tutta per tre” in cui Giulia metteva in scena i tre personaggi che la abitano.
Ognuno di voi nel personaggio che ha interpretato ha portato la propria vita? Sì dice Giulia, rubo un po’ di qua e un po’ di là. Beatrice: “Giulia vuole che reciti in napoletano perché non so parlare l’italiano”. Federica “Questo spettacolo funziona perché lei recita in napoletano”.
Giulia “Se recitasse in italiano, lo spettacolo crollerebbe”. Beatrice: “La sua partitura è già una musica nella sua testa. Quando scrive è già posseduta”.
Ci sarà un seguito? Certo. A novembre al 7 “Tre stremate ed un maggiordomo”, interpretato da Fabrizio Giannini.
Elisabetta Ruffolo (foto tratte dal sito del teatro e da quello di Beatrice Fazi; foto di copertina nikonphotographers.it/alessandrode_luca)