Come si colloca l’economia italiana nel panorama internazionale? Quali sono i risultati ottenuti dai nostri imprenditori oltre confine? A fornire risposte a domande di questo tipo, ci pensa ogni anno il rapporto “L’Italia nell’economia internazionale”,  e il relativo Annuario Istat-Ice. Le edizioni 2015-2016 dei documenti sono state presentate di recente durante un evento svoltosi presso l’UniCredit Pavillon di piazza Gae Aulenti a Milano.

Ad aprire l’incontro, dopo il saluto del “padrone di casa” Gianni Franco Papa (Deputy General Manager, Head of CIB Division UniCredit), è stato il Sottosegretario di Stato agli Affari esteri e la Cooperazione Senatore Benedetto Della Vedova, che nel suo discorso ha voluto sottolineare l’importanza del supporto fornito dalle Istituzioni alle imprese. «Per le piccole imprese, il sostegno istituzionale fa certamente la differenza», ha in effetti spiegato. Un esempio concreto di quanto dal Senatore affermato, è stato fornito dai successivi relatori, cioè il Presidente dell’Agenzia per la promozione all’estero ICE Michele Scannavini e il Presidente ISTAT Giorgio Alleva. Entrambi hanno confermato, durante le relazioni di presentazione del Rapporto e dell’Annuario, come negli ultimi anni si sia fatto “sistema” ottenendo risultati significativi. La stessa vice Presidente per l’internazionalizzazione di Confindustria Licia Mattioli, che insieme al Direttore dell’ufficio ICE di New York Maurizio Forte e a Sthepen Wood – il Development Director di Westfield (ditta che dal 2013 ha investito in Italia oltre un milione di euro) ha partecipato al dibattito della successiva Tavola rotonda, ha spiegato che «molti risultati del lavoro fatto negli ultimi 2 anni, sono stati ottenuti perché si lavora come sistema Paese e ci si reca tutti insieme all’estero con delegazioni nazionali», unendo così le forze per far conoscere i nostri prodotti e le nostre eccellenze, lasciando a casa campanilismi e altre questioni che potrebbero rivelarsi in questi frangenti controproducenti.

Tornando alla presentazione del Rapporto e dell’Annuario, Scannavini ha precisato come nel 2015 «l’Economia in Italia sia crescita, dopo 3 anni di recessione, ottenendo anche una piccola riduzione del gap con altri paesi europei. Nel 2016 si spera di rafforzare la ripresa, ma data la situazione di incertezza internazionale dettata dalla crisi economica e dalla instabilità geopolitica sarà difficile confermare le previsioni». Gli indicatori positivi più rilevanti si sono registrati nelle esportazioni, aumentate in due anni del 6,1 per cento, mentre gli investimenti esteri in entrata sono diminuiti del 16,5 per cento. Sotto questo profilo, il lavoro messo in campo è molto e proseguirà per ottenere risultati migliori. I dati, però, sono altalenanti. «Aprile è stato un mese positivo sia per esportazioni sia per importazioni, mentre a maggio si sono registrati segnali negativi su interscambi avvenuti con Paesi extra UE», ha confermato il Presidente Istat Giorgio Alleva. «I prossimi saranno anni complicati – ha aggiunto al termine dell’incontro il Ministro allo Sviluppo Economico Calenda, che ha voluto inviare un proprio messaggio video non essendo potuto intervenire in prima persona all’evento -, ma il trend è quello che prevede una crescita di domanda di prodotti italiani, al di la delle crisi di varia natura che potranno registrarsi a livello globale». Proprio su questo aspetto, dunque, dovrà concentrarsi ulteriormente lo sforzo del MiSE nonché degli operatori di settore, impegnati per poter riportare il Made in Italy ad alti livelli in vari Paesi, sia all’interno dell’Unione Europea sia fuori dal Continente.

Maura Savaris