Chi oggi si straccia le vesti per ciò che fanno i mass media, non lo fece per analoghi comportamenti a danno di altri. Hanno ragione da vendere, e non sono ironico, i renziani che criticano i mass media. Chi mi conosce anche solo un pochino sa cosa penso del modo di fare informazione, specie in campo giudiziario, ma non solo. C’è solo un piccolo neo, nella loro reazione: non ricordo di averli letti/sentiti prendere posizioni simili allorché nel mirino c’erano, da parte delle loro testate di riferimento, Berlusconi e i suoi uomini (e donne). Non li ho sentiti proferir verbo quando giornali secondo loro seri e attendibili (magari ora non lo pensano più, visto che sono colpiti dal “fuoco amico”) non si facevano scrupolo di scendere nei particolari delle vite private che nessun valore avevano ai fini delle indagini penali. C’è anche un’altra differenza di non poco conto. Ora che nel tritacarne sono finiti Matteo Renzi, i suoi parenti stretti e i suoi amici, Alessandro Sallusti e Maurizio Belpietro hanno entrambi avanzato il dubbio che, da parte della magistratura, vi siano manovre in atto per colpire l’ex Premier nel momento in cui non ha più il potere che aveva prima e alla vigilia di primarie e congresso. Questo atteggiamento, che dimostra come il tempo sia galantuomo (penso in particolare alle filippiche contro le “macchine del fango”. Ricordate quando queste accuse furibonde si riversarono su “Il giornale” per la faccenda della casa a Montecarlo di Fini e famiglia?), non l’ho riscontrato da parte dei giornaloni tanto amati, fino a ieri, dai renziani. Preciso, infine, che non sono un ammiratore, professionalmente parlando, di Sallusti e che, politicamente ragionando, non sprizzo entusiasmo per il Berlusconi degli ultimi anni.

Claudio Puppione