Caro Erede,
nella vita capita a tutti di trovarsi di fronte a dei bivi, a me e tuo padre ne è capitato uno a marzo scorso.
Abbiamo iniziato a fantasticare di farti un fratellino o sorellina, poi il pensiero seguente è stato che avremmo dovuto cambiare casa perché in questa meravigliosa casa di 70 mt quadrati tra noi e il gatto e i muri storti e la distribuzione assurda degli spazi da casa antica rivisitata non sapevamo proprio dove poter piazzare un’altra creatura. Abbiamo pensato a un’altalena ma poi ci siamo interrogati sul moto ondoso costante e le sue conseguenze sullo sviluppo cerebrale.
Abbiamo quindi iniziato a girare per agenzie, a vedere case, a fare calcoli, incontri con banche per capire le modalità di mutuo.
«Cos’è il mutuo mamma?», so già che chiederesti. Il mutuo è un prestito che la banca ti fa per comprare casa, ti danno dei soldi che tu non hai , poi però li rivogliono ogni mese per tanti anni e ne vogliono molti in più di quelli che ti avevano dato. Lo so è una cosa assurda, un bambino non ci cascherebbe mai.
Avevamo trovato una casa molto bella, spaziosa, con panorama.
Certo non avremmo più avuto la vicina che inonda le case col suo profumo di spremuta di angeli, né la signora che cucina pesce tutti i giorni dalle 8:30 alle 22:00 e neanche l’anziana sul terrazzo che stende i panni con i bigodini mentre impreca contro il marito.
Stavamo quasi per firmare le carte, poi abbiamo avuto un momento di risveglio.
Sai come ti succede a te quando sei in macchina e inizi ad avere un principio di narcolessia e la testa ti ciondola, si appoggia al finestrino ma poi se senti la tua canzone preferita alla radio ti svegli all’improvviso?
Ecco, noi ci stavamo assopendo quando uno scossone ci ha ridestati e non era una canzone di Fedez.
Io e tuo padre ci siamo andati a bere una birra insieme e abbiamo deciso che no, non avremmo firmato nessun mutuo, non avremmo comprato nessuna casa e no, almeno per il momento niente fratellino.
Ma quei nove mesi che avevamo annunciato a lavoro che ci saremmo presi per cause biologiche e quei pochi risparmi che avevamo messo da parte per l’acquisto della casa, li avremmo destinati ad altro.
I grandi a volte si dimenticano che i sogni possono realizzarsi, si scelgono delle belle gabbie dorate, ci entrano dentro, si chiudono dietro il cancello, mettono per sicurezza qualche allarme, le telecamere i più pavidi, per un po’ lustrano l’oro, si rilassano, godono dello scintillio, poi però si stufano e vogliono uscire, ma la gabbia l’hanno costruita così bene che non riescono più neanche a trovare la porta.
E mica sono tutti esperti di escapologia come David Copperfield, e così succede che si intristiscono, si arrabbiano, provano a rompere la gabbia, oppure smettono di desiderare perché soffrono troppo, altri invece per non dirsi che si sentono in trappola iniziano a dire a tutti quelli che sono fuori che sono dei cretini.
Noi abbiamo deciso di stare dalla parte dei cretini.
Dei cretini con lo zaino sulle spalle.
Quando ti daremo questa lettera saremo già in viaggio, avremo iniziato le nostre 21 ore di aerei, cambi, attese, emozioni eccitanti.
Il 21 settembre partiremo per l’India e poi per l’America, per la nostra gestazione familiare.
Lo facciamo per la nostra salvezza, perché abbiamo un progetto di ricerca e perché vogliamo farti un regalo, che ne comprende tanti in realtà.
Non ho trovato una carta da pacchi per i doni impalpabili, quindi te li elenco.
Il nostro regalo per la tua vita di 8 e mezzenne in via d’esser uomo sarà:
- Consapevolezza che il mondo è la tua casa, la piazza il tuo salotto, il corso il tuo corridoio, l’oceano la tua vasca, gli altri paesi il tuo giardino, l’universo il tuo quartiere, gli abitanti i tuoi parenti ( che poi è davvero così);
- Conoscenza di posti nuovi, magnifici e differenti;
- Vicinanza con altre culture, altre vite, altre infanzie, altre esigenze;
- Allargamento dei tuoi confini mentali, il tuo sguardo si ferma all’orizzonte, ma se noi ci spostiamo l’orizzonte lievita e cresce a dismisura senza il rischio di cadere mai che per fortuna la Terra è tonda;
- Esperienza della limitazione, degli oggetti e dei bisogni. Avremo solo uno zaino a testa, non potremo caricarci di superfluo, dovremo imparare a lasciare in giro pezzi di noi e oggetti che ci sono piaciuti o ci hanno dato piacere;
- Fiducia nel mondo. Vorremmo che tu non temessi gli estranei ma che curassi quel giardino nell’anima nutrito dall’istinto che ti spinge a fuggire da chi non ti piace ma ti permette di affidarti a qualcuno che non conosci quando gli leggi l’amore e la grazia negli occhi;
- Visione del sapere differente. Faremo scuola in viaggio. I treni saranno la tua classe, le persone che incontreremo gli altri alunni e i maestri, i discorsi che faremo e le vicende nelle quali ci imbatteremo il tuo programma didattico, le nostre emozioni i voti;
- Impareremo a conoscerci profondamente io, te e tuo padre. Come mai prima nella nostra vita potremo contare solo sulle nostre forze, dovremo negoziare bisogni e richieste, assisterci nei momenti difficili ma avremo anche il lusso di condividere un’esperienza di vita immensa.
- Promemoria per non dimenticare mai di osare, di andare verso le proprie paure e limitazioni. Vorremmo che tu diventassi un adulto che non scarica le responsabilità della propria vita, ma che è conscio che ogni secondo può modificarne il corso, assumendosene tutte le conseguenze senza vittimismi ma neanche ricerche di gratificazioni esterne, perché apri bene le orecchie erede, le aspettative uccidono ed è molto più pericolosa una persona ferita delusa da qualcosa che non è avvenuto di quanto si possa pensare;
- Resistenza agli urti, alla perdita e al distacco che è un evento naturale nella vita, ma se uno gli sfugge sempre poi succede che leghi le persone a te o ti leghi a loro senza dirglielo perché hai paura dell’abbandono, del cambiamento e della solitudine.
E poi ci sono tante piccole sfumature, tipo imparare l’inglese, lavorare con noi alla ricerca, addomesticare un cobra, riuscire a non contrarre il tifo, imparare a gestire le ansie dei parenti telefonicamente, imparare a gestire le difficoltà con l’ironia, riuscire a mettersi un turbante in meno di tre minuti e mettere in piedi uno spaccio di thè per signore 60enni in cerca di emozioni.
Faremo un TTO, trattamento turistico obbligatorio, ovvero
una procedura turistica che può essere applicata in caso di motivata necessità e urgenza al soggetto che soffra di una grave patologia, a tutela della sua salute e sicurezza
A te lo facciamo come profilassi preventiva, a me e tuo padre come trattamento urgente.
Stavamo per fare un mutuo tesoro, la situazione era davvero grave, penso che capirai.
Quando uno è malato deve ammetterlo innanzitutto e poi deve curarsi, e mica si può far finta di niente che poi ci si aggrava e va a finire che in due mesi firmavamo pure per avere l’abbonamento a Sky e se poi ci mettevamo in testa che volevamo pure il suv sarebbe stata la fine.
Ecco, la mamma e il papà si stavano ammalando, pensalo come a un raffreddore.
Qua c’è un sacco di gente che ha il raffreddore e a forza di starnuti rischi di prenderlo pure tu, e allora noi per un po’ ci spostiamo.
E poi se ci pensi, mica siamo dei pennuti, non siamo mica dei canarini o delle cocorite, non possiamo finire stecchiti in una gabbietta come la “piumacea” creatura di Nonna Amalia.
Ci siamo quasi piccolo erede, dobbiamo solo sistemare le ultime cose.
Affidare la gatta alle cure nonnesche, fare la tacca sul muro della tua altezza per vedere quanto sarai cresciuto in viaggio, preparare lo zaino, fare un pranzo a base di pasticcini di Ridolfi che poi per 9 mesi ce li sogneremo notte e giorno, dare un bacio sulla fronte a nonna e farci dare la collezione di santi-feticci-proteggi-viaggio, salutare i tuoi amici con un super pigiama party, piantare le nostre piante in un bosco e finire i biscotti in dispensa.
Non saremo cocorite ma stiamo per spiccare il volo.
Dammi la mano e chiudi gli occhi, al mio 3…
Emily Mignanelli