L’urgenza per la cura dei luoghi dell’abbandono, per i suoli e i tanti edifici scartati o dismessi, interpreta un patrimonio rilevante come risorsa e opportunità per attivare processi di rigenerazione fisica, spaziale e sociale. I luoghi dell’abbandono censiti sono suoli ed edifici scartati, dismessi o sottoutilizzati come scuole, piscine, strutture socio-sanitarie, ex-ospedali, mercati comunali, cinema (tanti), fabbriche, capannoni, depositi, poi case, cascine, intere palazzine per uffici, caserme e cantieri interrotti… In quest’ultimo caso si tratta di lavori per i quali, prima ancora di completare l’opera e consegnarla alla vita, si sono verificate condizioni tali che ne hanno determinato l’abbandono, lasciando possenti strutture incompiute, sparse nei nostri paesaggi compromessi.

Si tratta di molti luoghi, aree libere ed edifici sia pubblici che privati, vissuti dall’uomo e poi lasciati ad una lenta decomposizione, entro contesti talvolta urbani centrali, o all’interno di paesaggi desolanti, incerti e deboli. Luoghi in realtà abitati, o meglio diversamente abitati; ambiti dove si manifestano forme di vita alternative, spesso luoghi dell’accoglienza informale, abitati al di là dalle regole della società civile.

Le potenzialità di questo enorme patrimonio possono essere indagate attraverso delle esplorazioni progettuali, che possono fornire scenari alternativi di riuso, dando generosamente futuro a questi spazi. Ebbene, www.riformaremilano.polimi.it si è occupato istituzionalmente (grazie alla collaborazione del Comune di Milano con la Scuola di Architettura e Società) del territorio milanese, ed ora pensa ad un’estensione oltre al territorio milanese, nella cintura metropolitana della città.

L’articolo di Pagina99 che si pubblica fa riferimento a questo lavoro e chiarisce l’attualità del tema: per gli architetti ma non solo, occuparsi dell’esistente, della riattivazione di ciò che è già costruito, urbanizzato, artificializzato, costituisce la vera necessità di oggi, quella di non consumare nuovo suolo, non costruire nuovi volumi nel momento in cui ce ne sono molti vuoti a disposizione.

Un problema reale di cui occuparci concretamente.

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Barbara Coppetti

L’articolo presentato è un estratto dal numero del 26 marzo 2016 del settimanale Pagina99.

L’immagine di copertina rappresenta l’interno dell’Ex Macello di Milano. La fotografia è di Barbara Coppetti.