Certe Notti di e con Antonio Grosso. Altri interpreti sono Rocìo Munoz Morales, Ciro Scalera, Ariele Vincenti, Antonello Pascale, Federica Carrubo Toscano. Regia di Giuseppe Miale Di Mauro. Fino al 19 febbraio al Teatro Ghione di Roma e dal 21 febbraio al 5 marzo al Teatro Nino Manfredi di Ostia.

Locandina Certe NOtti

Locandina dello spettacolo Certe notti, di e con Antonio Grosso.

Dopo Minchia Signor Tenente Antonio Grosso e il suo cast continua a stupirci e ad emozionarci, trattando temi forti con leggerezza. Mentre rifletti, comincia a salire il nodo alla gola e alla fine scendono lacrime copiose che sono di stupore, tenerezza, affetto per ragazzi giovani, uno più bravo dell’altro, affiatati, che hanno deciso di raccontare grandi verità. Straordinari come sempre, non deludono mai. Certe notti narra di cinque studenti universitari che oltre ai problemi quotidiani, per quattro di essi si aggiunge l’ennesima bocciatura all’esame di Scienza delle Costruzioni a causa della cattiveria del professor Pugliese. Solo uno di loro, Mario (Antonio Grosso), un ragazzo “speciale” è riuscito a superarlo. Tra di loro anche Camilla, una ragazza spagnola che si trova in Italia per l’Erasmus e ha fatto della sua aggressività una forma di autodifesa. Il “graffio” che ha subito da parte del padre che l’ha abbandonata da piccola non le permette di confrontarsi con altri. Sarà il terremoto ad offrirle un’arma di riscatto. Ad interpretare Camilla è Rocìo Munoz Morales, che si è inserita perfettamente in un cast già rodato da tempo. Nell’intervista a Rocìo, non ci ha affatto sorpreso capire che al di là dell’etichetta “bella e basta” è una persona profonda, che pensa al bene degli altri, conosce l’impegno e il sacrificio per ottenere qualcosa a differenza di chi adesso vuole tutto e subito e pensa che ogni cosa venga regalata. È la stessa società che dovrebbe imporci questi valori. Una rivista femminile l’ha definita il “passaporto dell’autoironia” ed è grazie all’ironia che è riuscita a far emergere la parte vera di sé. È una donna che piace alle donne e lei stessa ama le donne e dice che l’unione fa la forza.

Come hai reagito quando ti è arrivata la proposta di fare Teatro?

In realtà ti confesso che era un po’ di tempo che sentivo il bisogno di mettermi alla prova sul palcoscenico ma non avevo trovato né un testo e né un personaggio che mi spingeva a farlo. Ricordo che quando ho letto il testo di Antonio Grosso, ho pensato “Questa cosa deve essere fatta, voglio che Camilla prenda vita”. Mi è subito piaciuto sia il testo che il ruolo anche se allora non c’era ancora stato il terremoto di Amatrice e per me il terremoto era una cosa lontana perché nel mio Paese non si verificano. Sapevo del terremoto dell’Aquila ma non l’avevo vissuto. Quando avevo già accettato, c’è stato il terremoto ad Amatrice e sono andata in crisi anche perché in quei giorni mi trovavo a Rieti con la mia famiglia e ho sofferto tantissimo. Mi sono chiesta se fosse il momento giusto per portare in scena un testo del genere. In seguito ho riflettuto sul fatto che noi siamo portatori di un messaggio molto importante che andava raccontato «La vita è una, sappiamo quando inizia ma non quando finisce. Viviamola fino in fondo, sorridiamo il più possibile, facciamo del bene agli altri».

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Certe notti rappresenta una realtà fatta di corpi, anime e sentimenti. Chi è Camilla?

È una ragazza spagnola che è in Italia per l’Erasmus, studia ma ha grosse difficoltà a rapportarsi. Apparentemente sembra forte ma in realtà è molto fragile. È una ragazza che ha paura di esplorare a fondo la sua anima a causa di un grande dolore che non ha il coraggio di affrontare. Ciò la fa chiudere in se stessa e le impedisce di rapportarsi con gli altri anche a causa della sua aggressività che usa anche contro se stessa. È l’unica difesa che sa usare per nascondere le sue fragilità. Nello spettacolo si evince che è alla ricerca di “anime pulite”, lei inizia a provare un sentimento che all’inizio non sa bene cosa sia per il personaggio di Mario (Antonio Grosso) che appartiene alle “anime pulite”. Lei è delusa anche dagli uomini, ha avuto un grandissimo “graffio” da suo padre. È alla ricerca di qualcosa ma non sa affrontarlo in maniera diretta. Riesce a farlo solo quando arriva il terremoto che le dà un’occasione di riscatto.

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Secondo te perché molti giovani faticano a superare l’esame della vita?

Da giovane anche se madre, in un Paese che non è il mio, ho dovuto per forza maturare e affrontare presto la vita in modo adulto. Credo che la società per come si sta evolvendo dovrebbe trasmettere ai giovani dei valori solidi che esistono da sempre. Ho delle nipoti di dodici, tredici, quindici e sedici anni e vedo che danno tutto per scontato, manca in loro il fatto che comunque per ottenere qualcosa, bisogna impegnarsi e fare dei sacrifici. Bisogna anche apprezzare quello che abbiamo. Come nella vita anche nello spettacolo purtroppo abbiamo tante figure esterne che impongono un potere, una forza, come il professor Pugliese. Tramite questo racconto vogliamo denunciare l’abuso del potere e il voler sottomettere solo per sentirsi superiore agli altri.

Glamour ti ha definito “Il passaporto dell’autoironia”. Ti riconosci in questo ruolo?

Non sapevo mi avesse definito così. Autoironica lo sono sempre stata ma col tempo lo sono diventata ancora di più. Sono una persona molto positiva, non volevo l’etichetta di “bella e basta” e ho fatto uscire la parte vera di me. Amo prendermi in giro e non ho problemi a farlo e non mi sento debole per questo. Anzi è il contrario. Sono anche una persona molto profonda, mi faccio tantissime domande, cerco tante risposte e penso continuamente a fare qualcosa per gli altri. Sono anche malinconica. Tutte e due le parti sono molto potenziate nel mio carattere.

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Sei una donna che piace alle donne. Come hai fatto a conquistarle?

È uno dei più bei complimenti che mi abbiano mai fatto. Amo le donne, amo essere donna, sono una persona poco competitiva, mi piace vedere il bello che è nelle altre donne, mi piace imparare dalle altre donne, ammiro il sesso femminile e credo che l’unione fa la forza.

A parte il prosieguo della tournée, hai altre cose in ballo? Possiamo parlarne o sono ancora dei progetti?

Sono scaramantica e ti posso anticipare poco. Dopo la tournée ho un film per il cinema che è un’opera prima, in cui per la prima volta faccio il ruolo di una madre e mi piace tantissimo perché sono diventata madre anche nella vita. Un ruolo che mi ha molto incuriosita perché è il contrario di Camilla.

Elisabetta Ruffolo