E’ davvero una Pasqua di resurrezione per città di Palmira, liberata questa mattina dal giogo jihadista. Quel che rimane della città e dell’area archeologica, è stato restituito al controllo del governo siriano, dopo tre giorni di intensi combattimenti tra le truppe di Assad, supportate dall’aviazione russa, e i miliziani dello Stato Islamico, oramai in rotta. Sebbene sul suolo di Palmira, posta nel cuore dell’islamica Siria, possa sembrare inopportuno fare accostamenti tra l’antica città e il Cristianesimo, la data scelta per entrare nell’antica capitale della regina Zenobia non è probabilmente casuale. I media russi, che hanno diffuso la notizia alle 6 del mattino, hanno celebrato la vittoria della luce sulle tenebre, dando così un significato pseudo-religioso all’impresa militare. Il mondo occidentale, impegnato oggi a ricordare la resurrezione del Cristo, non può non recepire questo forte messaggio di speranza nella guerra al terrorismo. Infatti, questo rimbalza prorompente sui media occidentali ove, ovunque, si sottolinea come la conquista di Palmira è il preludio di una svolta nei combattimenti contro lo Stato Islamico. Insomma, la riconquista della città rappresenta non solo un’efficace operazione militare. L’ingresso al sito archeologico, solenne per il luogo e la data scelta, costituisce un vero capolavoro di marketing della comunicazione strategica russa. Agli occhi degli Occidentali, feriti dai recenti attacchi terroristici, la Santa Pasqua riporta un senso di speranza e ne presenta il suo protagonista, il presidente russo Vladimir Putin.

Ancora una volta e con la spregiudicatezza del giocatore d’azzardo, il presidente russo, ha dimostrato, infatti, di saper perseguire i suoi obiettivi strategici con scaltrezza e temeraria determinazione. Forte dei poteri conferitigli dalla Duma, l’uomo del Cremlino ha prima dispiegato in Siria una task force militare di tutto rispetto, poi, a sei mesi dall’inizio delle operazioni, ne ha annunciato il ripiegamento, a obiettivi militari conseguiti (o quasi). Il tutto mentre a Ginevra i colloqui di pace andavano avanti e la tregua, annunciata per il 27 febbraio, teneva, nel complesso, su buona parte del territorio siriano. Un successo, quello russo, rapido e inaspettato. Solo sette mesi fa, le truppe leali al presidente siriano avevano infatti iniziato i combattimenti per la difesa della capitale, prossimi a una quasi certa debacle. Oggi, raggiunta Palmira, siamo a 212 km da Raqqa.

Matteo Mineo
Articolo pubblicato su Rivista IDEA il 07 aprile 2016.