Domenica in compie quarant’anni e torna a fare Cultura con il ritorno dopo sei anni di Pippo Baudo. Mostro sacro della Televisione, per la tredicesima volta al timone del contenitore domenicale di Rai 1. Questa nuova edizione vuole intrattenere il telespettatore e nello stesso tempo informarlo, presentando il meglio dello spettacolo e dei suoi protagonisti, come se fosse una rivista da sfogliare tranquillamente seduti sul divano. Pippo Baudo sarà affiancato dal Chiara Francini, interessante protagonista che in tutti i campi dimostra che la bravura e l’intelligenza, superano la bellezza non corredata da altri attributi. Attrice di Cinema, Televisione, Teatro, per la prima volta si cimenta nella conduzione televisiva e siamo sicuri che ne uscirà come sempre vincitrice. Una vittoria meritatissima e dimostrata dal fatto che è così brava da essere amata sia dal pubblico che dalla critica fin dai suoi esordi. L’insolita coppia Baudo-Francini rappresenta un incontro generazionale che promette scintille. L’abbiamo intervistata ed ancora una volta si è mostrata colta, solare, simpatica come solo lei sa essere.

Ritratto di Chiara Francini. © Fabio Lovino.

Ritratto di Chiara Francini. © Fabio Lovino.

L’incontro con Pippo Baudo è avvenuto a Le Invasioni Barbariche. Hai mai pensato di riuscire a lavorare con lui?

Per me è stata un’enorme emozione e un valore aggiunto di quell’intervista perché appunto Pippo Baudo rappresenta un po’ la storia della Televisione ed in quel momento in realtà non avrei mai pensato né sperato di lavorare con lui.

Hai dichiarato “La televisione è come un esame di Stato, è difficile quanto il Teatro”. Com’è andata con Domenica in?

È andata molto bene ma nella stesso modo per ciò che concerne il Teatro c’è bisogno di una grande concentrazione e soprattutto una grande capacità di ascolto. In Televisione per quello che riguarda la diretta ovviamente puoi essere preparato sai le domande che devi fare ma non sai le risposte e quindi l’ascolto è fondamentale.

Cosa si prova a fianco di un “Mostro Sacro della televisione” come Pippo Baudo?

Sono molto felice accanto a Pippo Baudo ed ogni volta che Pippo parla, io in realtà lo ascolto in maniera profonda, ascolto ogni parola. È quella gioia e quell’ammirazione che qualche volta si ha la fortuna di provare per dei Grandi Maestri che incontri nella tua esistenza. Un professore che veneri ed al quale sei legata da un affetto naturale

Cosa ti aspetti da questa nuova avventura?

Mi aspetto soprattutto d’imparare e credo sarà la cosa più bella che ho fatto nella mia carriera perché lavorare con Pippo Baudo è come toccare il cielo con un dito.

Sei cresciuta con i nonni materni che hanno contribuito con i giochi e le loro storie a sviluppare la tua fantasia. Fare l’attrice è dovuto anche a questo?

Sicuramente quella che sono lo devo ai miei genitori e soprattutto anche ai miei nonni, Orlanda e Danilo con i quali sono cresciuta. Non ho fratelli e quindi ho passato l’infanzia con loro ed anche con i loro amici che erano tutti dei simpatici vecchini e questo ha fatto sì essendo l’unica bambina che sviluppassi un’ottima fantasia e che fossi caratterizzata da un punto di vista, da uno humor anche diverso, non adulto, di stampo intelligente perché i miei nonni erano molto intelligenti ma anche di stampo popolare, molto legato alle radici. Tutto ciò ha fatto sì che la Chiara di oggi abbia particolari caratteristiche.

Pietrangelo Buttafuoco ha scritto “Perfetta Jessica Rabbit che giganteggia in femminilità e fa ridere, ridere, ridere”. Gran parte della critica ti venera. Cosa provi?

Devo dire che sono molto molto felice e mi emoziono ogni volta che una “penna” scrive delle belle cose su di me non posso nasconderlo perché in realtà questo mestiere si fa soprattutto per essere amati e per essere “avvolti” da quelli che sono i tuoi simili e quindi una critica di Pietrangelo Buttafuoco o di Antonio Di Pollina, di Franco Cordelli quando ho fatto teatro. È una cosa che mi riscalda e mi fa molto piacere.

Dichiari spesso di essere insicura è per questo che hai scelto di fare questo mestiere?

Non sono insicura, sono le mie fragilità. Dipende dal fatto che ho avuto un’infanzia molto felice, un’adolescenza sana, il fatto che sia cresciuta una donna strutturata e solida con le sue fragilità. So perfettamente discernere il bene del male. Questo mestiere in realtà l’ho scelto in maniera molto naturale. Ho studiato, ho fatto un Master e parallelamente l’Accademia d’Arte drammatica ma tutto quello che ho fatto è sempre avvenuto in maniera fluida nonostante nella mia famiglia non ci fosse nessuno che appartenesse a questo mondo. Ho sempre seguito il cuore, la pancia con il grande ausilio della testa.

“Se non sono la più bella voglio essere la più brava”. Nel tuo mestiere conta di più la bellezza o la bravura?

L’intelligenza e la bravura sono strettamente connesse. Ho sempre voluto esser la più brava perché ho sempre pensato che più belle di me ce ne fossero tantissime. Ho capito che è importante anche l’aspetto fisico nel mio mondo. La cosa che ho sempre avuto molto chiara è che ognuno di noi è unico ed è su quello che ho voluto puntare. Non ci sarà nessuno “più Chiara Francini di me” e questa è la mia forza.

Elisabetta Ruffolo